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Alcuni cardini su cui si basa la gestione dei collaboratori con modalità coaching
1) C’è del buono in ogni persona. Compito del coach è saperlo riconoscere e attraverso le domande espanderlo.
2) L’aspettativa del coach nei confronti del proprio collaboratore è più importante dell’aspettativa del collaboratore stesso. Se credo fermamente che una persona può ancora dare tanto per raggiungere gli obiettivi, questa mia aspettativa influenzerà positivamente anche l’altro fino a determinare un risultato positivo.
3) Il primo obiettivo del coach è chiarire l’obiettivo del coachee. Quasi mai gli obiettivi sono ben formulati. E’ compito del coach tirare fuori dalla mente del coachee un obiettivo che sia specifico, misurabile, tempificabile, sotto la sua responsabilità, e raggiungibile.
4) Attraverso le domande il coach aiuta il coachee a definire gli ostacoli e superarli, soprattutto sfidando le sue stesse convinzioni.
5) Il feedback è lo strumento principale con cui il coach rinforza il percorso fatto e traccia le prossime tappe verso l’obiettivo.
Ogni giorno, alla stessa ora, (con notifiche via mail e/o via sms) una scena di pochi minuti, accresce la consapevolezza del collaboratore e allena le sue competenze.
Filmanager lancia input di riflessione, multisensoriali, emozionali e costanti, in modo da innescare i cambiamenti desiderati in maniera spontanea.
Aristotele ha detto "noi siamo quello che facciamo ripetutamente, perciò l'eccellenza non è un'azione ma un'abitudine".
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